Corsi 2024
MOSTRA FOTOGRAFICA “FUNDAMENTA” DI ALDO AMORETTI. A cura di Giovanni Menna e Olga Starodubova

MOSTRA FOTOGRAFICA “FUNDAMENTA” DI ALDO AMORETTI
A cura di Giovanni Menna e Olga Starodubova

28 novembre, 6 e 13 dicembre 2024
17.30/19.30

TIPOLOGIA
Mostra

PRESENTAZIONE
In mostra sono diciotto opere di Aldo Amoretti (Sanremo, 1965), una delle figure più interessanti a livello internazionale della fotografia d’autore nell’ambito della rappresentazione dell’architettura contemporanea. Ad Amoretti abbiamo chiesto di interpretare attraverso i suoi scatti tematiche che sono da sempre considerate al centro del progetto di architettura, e ne costituiscono per l’appunto alcuni degli imprescindibili “fondamenti”: luogo, storia, tempo, geometria, luce, materia, suolo, limite, orizzonte.
Per ognuno di questi nove temi Amoretti ha selezionato una coppia di fotografie ciascuna delle quali, nel presente catalogo, è introdotta da una citazione estratta dalle relazioni presentate al convegno di inaugurazione della mostra da nove autorevoli studiosi di diversa generazione e orientamento, non solo italiani. A ognuno di essi è stato infatti chiesto di praticare un esercizio di riflessione teorica su uno di questi temi. Hanno accettato il nostro invito: Franco Purini (locus); Uwe Schröder (tempus); José Ignacio Linazasoro (historia); Renato Capozzi (geometria); Agostino De Rosa (lux); Carlo Moccia (materia); Dina Nencini (solum); Carmine Piscopo (limen); Valter Scelsi (horizon).
L’esposizione Fundamenta è stata pensata, quindi, anche come una occasione per affrontare delicate tematiche di carattere teorico e per ribadire la fecondità della relazione tra fotografia d’autore e architettura, soprattutto quando lo sguardo e la sensibilità del fotografo si mostra capace di andare ben oltre la pura apparenza, e ci introduce invece in una dimensione altra, quella del pensiero che si interroga sulla natura profonda dell’Architettura.

FUNDAMENTA
Il legame tra architettura e fotografia è intimo. Come architetto con una memoria fortemente visiva e processi di progettazione istintivamente visivi, che cerca costantemente un obiettivo, questa è una verità su cui rifletto quasi quotidianamente. Per me nessun archivio fotografico di un progetto finito è mai completo. Ogni immagine successiva rappresenta un nuovo portale attraverso il quale comprendere l’opera più profondamente e con maggiore chiarezza; ogni immagine porta la sua prospettiva unica: il suo punto di vista.
Quando pensiamo a un edificio, è facile concentrarsi su ciò che è fisso, sulle sue disposizioni permanenti di pietra, vetro, legno e cemento. Tuttavia, le intuizioni acquisite in condizioni di tale astrattezza non cominciano a caratterizzare ciò che ci proponiamo di creare, quando intraprendiamo il complesso compito di fare architettura. Il passare quotidiano e stagionale del tempo e il gioco mutevole del sole e dell’ombra incidono profondamente sul carattere fisico e atmosferico dello spazio e della massa. Queste sono le narrazioni mutevoli che la fotografia può rivelare e registrare. Le Corbusier caratterizzava l’architettura come masse riunite nella luce ed è una descrizione che potrebbe essere applicata anche alla pratica della fotografia. Sono ciascuno atti di luce.
Tempus e Lumen – tempo e luce – sono due dei nove temi eterni dell’architettura scelti dai curatori di FUNDAMENTA, mostra del lavoro di Aldo Amoretti, insieme a Horizon, Solum, Limes, Locus, Geometria, Materia e Historia. Ciascuno rappresentato da un dittico fotografico, questi temi diventano una serie di lenti attraverso le quali noi, come spettatori, guardiamo. Tra le fotografie selezionate ci sono due immagini di uno dei miei progetti: una cappella di legno ai margini di una foresta nella Germania rurale. Nello scatto esterno di Amoretti, mi ritrovo a notare il modo in cui un albero adiacente si inclina teneramente verso il muro di tronchi impilati verticalmente. Nella sua immagine dell’interno della cappella, è la risonanza del suo abbinamento che mi commuove particolarmente: attraverso il contrappunto del legno che è visceralmente presente in ogni dettaglio delle sue venature e del suo peso, con i fantasmi arborei carbonizzati della Bruder Klaus Field Chapel di Peter Zumthor.
In ogni fotografia l’occhio di Amoretti apre un campo visivo nuovo, infinitamente ricco quanto raffinato. Ecco diciotto occasioni per guardare e, guardando, per osservare qualcosa che prima ci sfuggiva.
John Pawson
© London 2022

SEDE
Lab27 – Strada Scudetto n.27, 31100 Treviso (TV)

INGRESSO GRATUITO

CREDITI
Per la partecipazione alla mostra è riconosciuto n.1 CFP per gli iscritti all’Albo degli Architetti PPC qualora la frequenza non sia inferiore al 100% della durata complessiva dell’evento (Punto 5.4 del testo delle Linee Guida del CNAPPC approvato il 20/12/2023). L’Ordine provvederà alla registrazione dei CFP direttamente sul nuovo Portale Servizi del Consiglio Nazionale Architetti PPC.

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